Commento ai rendimenti – settembre 2025
All’inizio del mese di settembre prevalgono ancora le incertezze sui dazi americani nonostante la bocciatura della Corte d’appello USA. Cade il governo Bayrou in Francia. La FED taglia i tassi e spinge le borse USA su nuovi record. La crisi di governo in Giappone passa invece quasi inosservata. Restano sotto osservazione le tematiche geopolitiche attuali.
Il mese di settembre.
L’inizio del mese è iniziato con un tono più incerto. Nonostante la bocciatura dei dazi americani da parte della Corte d’appello del circuito federale il 29 agosto, la reazione dei mercati è stata moderatamente negativa, per il fatto che nel breve periodo restano incertezze, dato che la sentenza della Corte ha comunque rinviato gli effetti pratici fino al 14 ottobre. Il che vuol dire che i dazi al momento restano applicabili.
Nel frattempo, preoccupa in particolare la situazione di debolezza politica in Francia, che è culminata con la caduta del governo Bayrou l’8 settembre dopo il voto di sfiducia in parlamento. L’amministrazione Bayrou è durata solo 9 mesi ed è stata alimentata anche dal piano di risparmio di bilancio che prevede “sforbiciate” per un controvalore di 44 miliardi di euro. Una manovra inevitabile ma che riflette la situazione macroeconomica francese tra crescita del PIL debole nel 2025, deficit previsto al 5,4% (tra i più alti d’Europa) e debito pubblico che nel giro di 20 anni è praticamente raddoppiato, passando dal 60 al 116% del PIL.
Il focus sui rendimenti dei titoli francesi resta elevato anche se l’aumento dei tassi si è già verificato nel corso dell’estate, in quanto evidentemente i mercati avevano già “prezzato” i timori di una crisi politica, mentre il rischio di credito, espresso mediante l’andamento dei credit default swap, ha mostrato solo una moderata risalita dopo un calo iniziato da aprile.
Blanda anche la reazione dei mercati azionari, che invece hanno visto con maggiore entusiasmo il rally di Wall Street su nuovi valori record. Il dato dell’occupazione USA, che è risultato più basso rispetto alle attese, ha fornito supporto all’azionario in quanto rappresenta una scommessa su una FED potenzialmente più propensa a un taglio dei tassi, nonostante l’inflazione mostri un leggero aumento rispetto ai mesi scorsi. E in effetti i mercati avevano ragione: riduzione dei tassi dello 0,25% con possibilità di ulteriori tagli nel corso della fine dell’anno, secondo quanto annunciato dagli stessi membri della FED. Per la Banca centrale USA al momento preoccupa di più il mercato del lavoro delle pressioni inflazionistiche.
I mercati, salvo brevi pause, reagiscono bene con progressi che consolidano i già buoni risultati di settembre, mentre le borse USA “cavalcano” nuovi record storici, spinti sia dal taglio dei tassi che dalla florida performance del settore tecnologico.
Bene anche l’area asiatica, dove in particolare spicca Tokyo che mostra una certa brillantezza nonostante la crisi politica dovuta dalle dimissioni del Primo ministro Ishiba, dopo che il suo partito era stato sconfitto poco più di un mese prima nelle elezioni per il rinnovo della camera alta del parlamento. Da questa sconfitta erano aumentate le pressioni su Ishiba, nonostante una certa popolarità e il recupero nei sondaggi grazie anche alle negoziazioni con gli Stati Uniti sul tema dei dazi.
Come accennato, la performance dell’azionario giapponese è stata in ogni caso positiva ed è stata poi trainata dalle previsioni ottimistiche sull’economia nipponica e dalla prospettiva del taglio dei tassi da parte della FED. Sui mercati obbligazionari invece, un movimento moderato al rialzo dei tassi lo si è osservato soprattutto sulle scadenze elevate, mentre lo Yen si è ulteriormente indebolito.
Vola anche l’oro che rappresenta la materia prima di rifugio per eccellenza e che ormai vede da vicino la soglia dei 4.000 $/oncia. Brinda comprensibilmente il settore aurifero, trainando al rialzo in particolare le borse canadesi. Per esempio, il titolo Barrick Mining (ex Barrick Gold), che rappresenta una delle società estrattrici canadesi più grandi al mondo, ha guadagnato oltre il 22% nel mese di settembre.
Sul piano geopolitico, nel corso del mese, alcuni eventi hanno impattato, anche se in misura modesta, l’andamento dei mercati. In primo luogo, l’accordo tra Cina e Russia per la creazione di un nuovo gasdotto porta a un rafforzamento dei legami tra i due paesi e viene monitorato dai mercati, anche se gli effetti in termini pratici saranno probabilmente visibili solo tra alcuni anni.
Maggiori tensioni intorno a metà mese, invece, sul versante est europeo dopo gli sconfinamenti dei droni russi in primo luogo in territorio polacco. L’impatto sui mercati è stato comunque temporaneo e maggiormente concentrato sull’azionario locale.
Alla fine del mese, invece, gli investitori pongono un maggiore focus sull’andamento della guerra tra Israele e Hamas e sulla possibile de-escalation legata al piano di pace proposto da Donald Trump.
DINAMICO
La performance mensile risulta pari al +2,06% con un risultato solo leggermente inferiore a quello del benchmark (+2,15%). Da inizio anno si consolida ulteriormente il risultato con una performance del +6,10% e che è sostanzialmente allineata a quella del benchmark (+6,17%).
PRUDENTE
Buona anche la performance del portafoglio Prudente, con un risultato mensile del +1,36%, leggermente superiore a quello del benchmark (+1,29%). Da inizio anno la performance risulta del +3,65% ed è migliore del mercato di riferimento, che ha riportato invece un dato del +3,45%.
GARANTITO
Il comparto consegue un rendimento mensile del +0,29% e superiore al dato del parametro di riferimento (+0,13%). Si consolida ulteriormente il risultato da inizio anno con una performance del +2,52% rispetto al +2,12% del parametro di riferimento.
*I rendimenti indicati nei commenti dei singoli comparti rappresentano dati finanziari lordi.