Notizie gestione finanziaria Commento ai rendimenti – maggio 2025

Commento ai rendimenti – maggio 2025

Mercati finanziari in completa distensione dopo i segnali di un allentamento delle politiche commerciali USA, in particolare in seguito all’accordo tra Stati Uniti e Cina. Maggiori incertezze sul downgrade del debito USA e sul disegno di legge fiscale. A fine mese breve inversione di tendenza sulla scia del nuovo annuncio di dazi del 50% verso l’Unione Europea.

Il mese di maggio.

Il clima di “caos” che aveva caratterizzato i mercati finanziari nel mese di aprile sembra essere alle spalle. L’allentamento delle tensioni commerciali – tra ripensamenti e rinvii – ha portato gli operatori a considerare temporaneamente archiviata la questione dei dazi. Di conseguenza, la maggior parte delle piazze finanziarie globali ha ripreso con decisione la via del rialzo, una tendenza già in atto nella seconda metà di aprile grazie alle prime notizie di sospensione delle misure tariffarie. Nemmeno la prudenza manifestata dalla Federal Reserve ha intaccato l’ottimismo prevalente. La Banca centrale statunitense ha mantenuto invariati i tassi di riferimento, pur evidenziando i potenziali rischi che l’impatto dei dazi potrebbe avere su disoccupazione e inflazione.

Un’ulteriore spinta positiva per i mercati è giunta il 12 maggio, con l’accordo tra Stati Uniti e Cina volto alla riduzione reciproca dei dazi, rispetto alle aliquote elevate introdotte ad aprile. Wall Street ha reagito con entusiasmo, registrando significativi rialzi soprattutto nel comparto tecnologico (Nasdaq), mentre i mercati cinesi hanno mostrato un recupero più moderato. Il movimento al rialzo si è rapidamente esteso alle principali borse mondiali, con performance particolarmente rilevanti nei settori bancario, automobilistico, energetico e del lusso. Tra i punti dell’accordo sono emersi anche temi di natura geopolitica, come la questione dell’accesso alle terre rare cinesi.

A rafforzare il trend positivo ha contribuito anche la decisione della Corte federale del commercio statunitense, che ha dichiarato illegittimi i dazi reciproci imposti dagli Stati Uniti. Il pronunciamento rappresenta un’importante battuta d’arresto per la strategia commerciale dell’amministrazione Trump, nonostante l’annuncio di un immediato ricorso da parte degli avvocati della Casa Bianca.

Tuttavia, il mese di maggio non è stato privo di momenti di volatilità, che hanno temporaneamente frenato il buon andamento dei mercati. In particolare, ha destato qualche preoccupazione il declassamento del rating sovrano degli Stati Uniti da parte dell’agenzia Moody’s, che ha abbassato il giudizio da Aaa ad Aa1. Pur rimanendo elevata la capacità del Paese di onorare gli impegni a breve termine, la perdita della valutazione massima ha suscitato qualche malumore tra gli investitori.

Un elemento di incertezza ancora più rilevante è stato rappresentato dall’avanzamento del disegno di legge fiscale promosso da Trump, che prevede una significativa riduzione delle tasse accompagnata da tagli alla spesa pubblica per un ammontare complessivo di circa 3.000 miliardi di dollari. Le implicazioni per i conti pubblici hanno avuto un impatto visibile soprattutto sul mercato obbligazionario statunitense: i rendimenti dei titoli di Stato a lungo termine sono aumentati sensibilmente. Il Treasury a 30 anni, ad esempio, ha raggiunto un tasso del 5,16%, il livello più alto da ottobre 2023.

Inaspettatamente, il 23 maggio l’amministrazione Trump è tornata alla carica con nuove minacce tariffarie, questa volta rivolte all’Unione Europea. È stata annunciata un’aliquota del 50%, giustificata con il presunto stallo delle trattative. Non solo: il Presidente ha anche minacciato l’introduzione di dazi del 25% su Apple, qualora l’azienda non riportasse la produzione degli iPhone negli Stati Uniti. Le borse hanno reagito negativamente, con un ritorno delle preoccupazioni che avevano caratterizzato i mesi precedenti. Tuttavia, la tensione si è rapidamente allentata: una telefonata tra il rappresentante europeo per i negoziati e la sua controparte americana ha contribuito a ristabilire un clima più disteso. Il successivo contatto tra Ursula von der Leyen e Donald Trump ha portato a una nuova proroga (fissata al 9 luglio), consentendo così all’UE di proseguire rapidamente le trattative con Washington.

Nel complesso, il mese di maggio si è chiuso con un bilancio positivo per la maggior parte dei mercati azionari. I rialzi più significativi si sono registrati sul Nasdaq (+9,56%) e su alcune piazze europee, tra cui Milano (+6,60%) e Francoforte (+6,67%). Le fasi di volatilità sono state di breve durata e hanno comportato ribassi contenuti, prontamente recuperati.

Anche il comparto obbligazionario ha mostrato un’impostazione costruttiva, in particolare per le emissioni corporate. Tuttavia, le incertezze legate al piano fiscale statunitense hanno generato un andamento più irregolare per i titoli di Stato USA, che hanno registrato una performance lievemente negativa, mitigando solo in parte i buoni risultati complessivi dei portafogli finanziari.

DINAMICO

Il comparto a maggiore incidenza della componente azionaria recupera in modo significativo nel corso del mese di maggio. La performance mensile è infatti pari al +3,56% ed è superiore a quella del benchmark (+3,17%). La perdita di inizio anno che era importante nel mese di aprile è di conseguenza decisamente più ridotta. La performance del portafoglio calcolata da inizio anno è ora del -0,34% mentre quella del benchmark è pari allo 0%.

PRUDENTE

Anche il portafoglio del comparto Prudente consegue un buon recupero nel mese di maggio, con una performance mensile del +1,93% superando il risultato del benchmark (+1,67%). Da inizio anno il risultato è ancora moderatamente negativo, pari al -0,38% e leggermente inferiore a quello del mercato di riferimento (-0,18%)

GARANTITO

Buon recupero anche per il comparto Garantito, che nel mese di maggio consegue una performance del +0,46% migliore rispetto al parametro di riferimento (+0,12%). Da inizio anno si consolida ulteriormente il guadagno, con un risultato del +1,76% che è migliore di quello lordo del TFR, pari al +1,30%.

*I rendimenti indicati nei commenti dei singoli comparti rappresentano dati finanziari lordi.