Commento ai rendimenti – aprile 2025
Mercati finanziari volatili per dazi annunciati e poi ritrattati dall’amministrazione USA. Un mese particolarmente complesso con andamenti dei prezzi contrastanti e alcune piazze finanziarie che riescono addirittura a recuperare le perdite da inizio anno.
Il mese di aprile.
Lo si aspettava, lo si temeva. Marzo aveva già fornito qualche segnale: i mercati avrebbero certamente mal “digerito” le intenzioni commerciali degli USA. E così è successo. Il tanto atteso “liberation day”, ovvero il 2 aprile, ha generato una vera e propria “tempesta” finanziaria. L’annuncio dei dazi da parte dell’amministrazione Trump ha coinvolto praticamente la gran parte dei paesi mondiali: dall’Unione Europea (pronta a trattare) alla Cina (pronta a contromisure), dal Giappone all’Australia, dal Madagascar alle Filippine, fino ad arrivare anche alle isole più remote che solo gli appassionati di geografia conoscono. Tra i casi curiosi, le Isole Heard e McDonald, in pieno oceano Antartico, quasi completamente coperte dai ghiacci e totalmente disabitate ma che rientrano nel territorio esterno australiano; oppure la remota isola artica norvegese di Jan Mayen, abitata da 41 persone.
Gli esperti del settore hanno subito fornito una loro opinione che contrastava decisamente con le evidenze USA: ad esempio l’imposizione dei dazi al 20% verso l’Unione Europea sarebbe stata giustificata dal fatto che le tariffe attualmente applicate ammonterebbero al 39%. Tuttavia, gli analisti stimano l’aliquota reciproca dei dazi UE intorno all’1% o comunque non superiore al 3% (valore ufficiale dichiarato dall’UE). Nel frattempo i contenuti e le modalità della comunicazione del Presidente Trump hanno generato una forte apprensione e anche confusione sui mercati finanziari.
Secondo gli economisti, il calcolo effettuato per determinare il livello attuale dei dazi è un rapporto tra il deficit commerciale degli USA rispetto a un altro Paese e il totale complessivo delle importazioni americane da quel Paese (con alcuni aggiustamenti in base alla sensibilità dei consumatori a variazioni di prezzo e alla capacità delle società di riuscire a gestire gli oneri commerciali senza ripercussioni di prezzo sul cliente finale). Il dazio applicato a quel Paese viene poi dimezzato. Tuttavia, gli analisti considerano questo calcolo come privo di fondamento scientifico, in quanto si basa almeno in parte sull’idea che se gli USA sono in deficit commerciale con un altro Paese, ciç è dovuto a pratiche commerciali non corrette. Inoltre, gli stessi economisti hanno sollevato perplessità sulla formula utilizzata, in quanto nel commercio internazionale entrano in gioco numerosissime variabili, come ad esempio le abitudini dei consumatori, delle aziende e degli stati.
In ogni caso, l’incertezza generalizzata si è tradotta con vendite significative su tutte le piazze finanziarie nel corso della prima settimana del mese. Pesanti le perdite nei primi 7 giorni con Milano che ha ceduto oltre il -13%. Male anche gli USA e soprattutto l’area asiatica, dove i cali degli indici hanno toccato il culmine il 7 aprile (Hong Kong -13,22%, Shenzhen -10,64%, Tokyo -7,83%).
Ma l’uragano finanziario ha avuto ripercussioni anche su altre asset class. Sulla componente bond USA inizialmente si è assistito a un moderato aumento dei tassi sulle scadenze lunghe, mentre nell’Eurozona il movimento della curva è stato meno pronunciato e nel corso del mese ha registrato un calo dei tassi più significativo, complice anche la decurtazione di 25 basis points dei tassi da parte della BCE, che li ha portati al 2,25%. La Banca centrale europea ha affermato, tuttavia, che il processo di normalizzazione dell’inflazione è ancora ben avviato nonostante la politica commerciale USA e le incertezze di crescita dell’area.
Impattate anche le materie prime, con il prezzo del petrolio in calo a inizio mese, da un livello di circa 74$/barile (Brent) fino a toccare i minimi a quota 62-63$. In ribasso addirittura l’oro, tradizionale bene rifugio, ma che, in una fase particolarmente volatile come quella della prima settimana di aprile, è stato in parte liquidato per coprire le perdite su altri mercati. Nei primi 7 giorni del mese, il metallo prezioso ha ceduto oltre il 5% (che si traduce in quasi 200$/oncia in meno) per poi recuperare gradualmente nel corso del mese.
Scossoni anche sul mercato valutario, con l’euro che si è particolarmente rafforzato rispetto al dollaro. Il tasso di cambio EUR/USD è infatti passato da circa 1,08 di inizio mese a oltre 1,13 alla fine di aprile. Debole lo Yen, mentre si e rafforzato ulteriormente il franco svizzero (rispetto all’euro) dimostrandosi valuta rifugio per eccellenza.
L’apice delle tensioni commerciali si verifica il 9 aprile dopo l’aumento delle tariffe applicate alla Cina, che, sommati ai dazi già imposti il 2 aprile, raggiungono un’aliquota del 104%. Anche il gigante asiatico non è comunque rimasto fermo e ha “lanciato la controffensiva” verso gli USA con aliquote per almeno l’84%.
Poi il colpo di scena. Il Presidente Trump sorprende tutti. Tutto sospeso per 90 giorni. Resta una tariffa generica del 10% per la quasi totalità dei Paesi. Solo i prelievi sull’import cinese vengono ulteriormente innalzati dal 104% al 125% (a sua volta la Cina risponde con un ulteriore aumento al 125% verso gli USA).
Avviata moratoria di 3 mesi per negoziare con gli USA. Sui mercati finanziari chiaramente questa svolta a sorpresa determina un ribaltamento della situazione: dal profondo rosso iniziale si verifica una ripresa poderosa, a tratti euforica. Pochi giorni dopo, Donald Trump annuncia esenzioni di smartphone e pc dai nuovi prelievi sulle importazioni cinesi, ma restano incertezze, invece, sul settore dei semiconduttori.
Nel caos informativo i mercati sembrano guadagnare ottimismo sulle prospettive di una politica commerciale meno aggressiva. Di conseguenza le borse mantengono i trend al rialzo fino alla fine del mese.
Restano comunque incertezze dato che anche la FED ha dichiarato che non è decisa a tagliare i tassi nel breve termine sulla scia delle possibili pressioni inflazionistiche che potrebbero esserci con l’applicazione dei dazi sulle importazioni USA. Questa cautela da parte della banca centrale USA ha avuto un impatto temporaneamente negativo sulle principali piazze finanziarie mondiali.
Alla fine del mese Trump apre alla possibilità di ridurre le tariffe applicate sulle merci cinesi, dichiarando che i dazi applicati alla Cina “saranno ridotti in modo sostanziale”. Un’altra “boccata di ossigeno” per i mercati.
In sintesi, il mese di aprile è risultato complesso per i mercati, a tratti caotico, con fasi di panico alternate a momenti di euforia da parte degli investitori. Alcune piazze finanziarie sono riuscite a recuperare totalmente le perdite, altre hanno limitato i danni mentre l’area più penalizzata è stata quella cinese, al centro della guerra commerciale con gli USA. Di conseguenza le perdite sui portafogli sono, tutto sommato, risultate contenute. Una conclusione non scontata vista l’elevata volatilità registrata nel mese.
DINAMICO
Il risultato sul comparto a maggiore componente azionaria è moderatamente negativo, con un dato del -1,17%. Il benchmark di riferimento registra invece una performance del -0,94%. Da inizio anno il portafoglio consegue una performance del -3,77% rispetto al -3,08% del benchmark.
PRUDENTE
Moderata la perdita sul portafoglio, con una performance mensile del -0,82%, sostanzialmente allineata a quella del benchmark (-0,78%). Da inizio anno il risultato è del -2,27% mentre il mercato di riferimento consegue una performance del -1,82%.
GARANTITO
Il comparto ha avuto un andamento complessivamente positivo, garantendo quindi un’efficace protezione verso gli andamenti altalenanti dei mercati finanziari. Infatti, grazie alla minore volatilità della componente obbligazionaria e al taglio dei tassi in eurozona, il risultato mensile è stato positivo, con una performance di aprile pari al +0,99%. Da inizio anno il rendimento lordo è ora pari al +1,30% e supera quello del TFR (+1,24%).
*I rendimenti indicati nei commenti dei singoli comparti rappresentano dati finanziari lordi.