Novembre 2021

Commento ai rendimenti – Novembre 2021.
Il mese di novembre ha messo in luce quanto gli scenari che hanno dei riflessi sull'andamento dei mercati siano labili. Le notizie che hanno influenzato i mercati sono state molteplici, destando sorpresa negli investitori sia per la velocità con la quale si sono susseguite sia per i contenuti discordanti e contrastanti tra di loro. Nulla è mancato dal punto di vista informativo: le dichiarazioni delle banche centrali; la pubblicazione di diversi dati fondamentali; l’annuncio della presenza di una nuova variante di COVID 19. Tutti, in un verso o nell’altro, hanno fornito un contributo alla destabilizzazione dei mercati finanziari e al conseguente appiattimento dei rendimenti.

Il mese di Novembre.

Il mese è stato caratterizzato da una fase iniziale di distensione in cui gli investitori hanno condiviso la vision delle banche centrali circa la transitorietà dell’inflazione, confidando in un futuro prevedibile e tendente alla normalità. I tassi di rendimento si sono mossi in una maniera marcata battendo parecchi record. Altrettanto positivi sono apparsi i mercati azionari dove i titoli del settore energetico hanno battuto quelli tecnologici. In tale fase si è distinta, per le ottime performance, la Borsa Italiana sostenuta dalle dichiarazioni della Presidente della BCE, Christine Lagarde, che ha riconfermato il suo sostegno ai mercati. Un po’ più debole invece è stata la Borsa di Francoforte, condizionata anche dai dati non brillanti della produzione industriale tedesca e dai problemi della catena di forniture che ha messo a dura prova anche la «Locomotiva d’Europa».

A distanza di poco tempo, un’ulteriore spinta ai mercati azionari è giunta dall’approvazione da parte del Congresso USA del piano infrastrutturale da oltre 1.000 miliardi di dollari, mentre i mercati obbligazionari hanno avuto una reazione opposta: per una settimana gli investitori non hanno discusso d’altro che dei prossimi rialzi dei tassi di rifinanziamento, riposizionando i propri portafogli e determinando l’aumento dei tassi e la caduta delle performance dei mercati obbligazionari.

Ogni strategia di investimento intrapresa è stata accantonata e rivista nel momento in cui nel mondo si è avvertita la comparsa della variante «Omicron». La reazione dei mercati è stata immediata e i portafogli hanno registrato trend correttivi al ribasso. I rendimenti dei portafogli finanziari hanno segnato significative perdite e lo scenario principale è risultato essere quello dell’incertezza, alimentata dall’assenza di dati scientifici, dall’evolversi della situazione sanitaria e dall’impatto che quest’ultima potrebbe avere sull’economia reale.

Infine, la "ciliegina sulla torta" è stata la dichiarazione del Presidente della Fed che ha dismesso il termine «transitorio» in riferimento alla crescita del tasso di inflazione e ha confermato il programma di smantellamento, con la possibilità che ciò avvenga più velocemente di quello inizialmente ipotizzato, delle proprie politiche monetarie espansive. Da quel momento la volatilità sui mercati finanziari globali non ha avuto più freni.

Dal punto di vista dell’analisi macroeconomica, i dati pubblicati hanno suggerito come la crescita dell’attività manifatturiera si sia stabilizzata, mostrando un dato solo in lievissima salita rispetto al mese precedente. Una maggiore debolezza la si è riscontrata principalmente in Germania, Spagna e Austria, mentre l’Italia ha battuto tutti i record dimostrando un’ottima salute del proprio settore manifatturiero e una crescita economica consolidata. Malgrado una carenza di materie prime e un aumento dei prezzi, è risultata infine particolarmente degna di nota la crescita del settore edile italiano, sostenuta anche dagli incentivi messi in campo dal governo. Restano ancora significativi gli «effetti collaterali» legati alla forte espansione della domanda rispetto all’offerta. Inoltre, continuano a destare preoccupazioni la distorsione della catena produttiva, le carenze di materie prime, l’aumento record delle giacenze di alcune aziende e l’incremento dell’inflazione dei prezzi di vendita.

Relativamente alle gestioni del Fondo Pensione FONDEMAIN l’andamento positivo dei mercati finanziari si riflette anche nei risultati ottenuti dai tre comparti:

DINAMICO. Il comparto registra una modesta crescita mensile del +0,11% perdendo nel confronto con il rispettivo benchmark (-0,18%). La performance da inizio anno segna un risultato del +9,61% mantenendo ancora il distacco positivo dai mercati finanziari di riferimento (+0,37%). La diminuzione delle performance è stata condizionata anche dal rinforzamento dell’Euro rispetto ad altre valute.

PRUDENTE.  Il comparto Prudente registra un andamento mensile prossimo allo zero (+0,04%). Risultano, inoltre, significative le sottoperformance rispetto al benchmark del comparto (-0,30%). Il rendimento da inizio anno si attesta al +5,05% segnando un +0,45% rispetto al benchmark. Anche in questo caso risulta notevole il contributo negativo dei tassi di cambio.

GARANTITO. Rimane fermo anche il comparto Garantito: i rendimenti mensili evidenziano un -0,01%. I dati da inizio anno segnano un +0,45%. Le performance conseguite sono state influenzate sia dalla componete azionaria sia da quella obbligazionaria del portafoglio.

*I rendimenti indicati nei commenti dei singoli comparti rappresentano dati finanziari lordi.