Dicembre 2021

Commento ai rendimenti - dicembre 2021
Le distorsioni della catena produttiva continuano ad alimentare le dinamiche inflazionistiche determinando una crescita dei prezzi delle materie prime, mettendo le banche centrali di fronte alla sfida di calibrare adeguatamente le proprie politiche espansive. La variante Omicron ha accentuato i livelli di incertezza sui mercati, ma l’impatto economico della quarta ondata della pandemia non evidenzia valori significativamente negativi. I mercati azionari, a dispetto di un andamento blando nel mese di dicembre, brindano alla conclusione dell’anno con dei rendimenti particolarmente soddisfacenti.

Il mese di Dicembre

I valori di fine anno della crescita dei prezzi a consumo raggiungono valori estremamente alti: il 7% per gli Stati Uniti e il 5% per l’Eurozona. Il maggior contributo proviene dalla componente energetica e dai prezzi sulle materie prime. Il prezzo del petrolio oscilla intorno ai massimi del lontano 2014 e si prevede che la relativa domanda globale  supererà nel 2022 i livelli antecedenti alla pandemia, creando ulteriori pressioni sulle quotazioni. Il tasso di inflazione, anche se depurato dalle componenti più volatili, rappresenta una seria minaccia alla crescita economica globale, richiamando inevitabilmente un appropriato intervento da parte delle banche centrali. In queste circostanze sono state accolte con entusiasmo le dichiarazioni della Fed, che ha preannunciato una prossima conclusione del proprio programma di sostegno ai mercati a cui seguiranno le revisioni al rialzo dei tassi di rifinanziamento. Lato BCE non si prevedono, invece, sostanziali cambiamenti nelle politiche monetarie in atto, in quanto un prematuro intervento sui tassi avrebbe un impatto negativo sulla ripresa economica, la quale risulta più contenuta rispetto a quella statunitense. I dati statistici riferiti alle attività produttive in Eurozona mostrano comunque una sostanziale stabilità dell’attività economica. I dati più brillanti, ancora una volta, sono quelli relativi al settore manifatturiero italiano che continua a evidenziare una particolare robustezza,  anche se si prospettano nei prossimi mesi ulteriori difficoltà nell’approvvigionamento delle materie prime e dei semilavorati. Valutazioni positive giungono anche da parte delle agenzie di rating: l’agenzia Fitch rivede al rialzo il rating dell’Italia passando da BBB- al BBB. Nella nota divulgata dall’agenzia si prevede che il Pil del Bel Paese crescerà quest'anno del +6,2% e nel 2022 del +4,3%. Inoltre, la "forte ripresa economica" dell'Italia ha effetto positivo sui conti pubblici determinando un deficit per l'Italia dell'8,9% nel 2021, in deciso miglioramento rispetto alla precedente stima dell'11,4%.

I mercati finanziari, tuttavia, sono condizionati dal grado di incertezza su quella che potrebbe essere l’evoluzione della situazione nei prossimi mesi. L’incognita sull’efficacia delle politiche monetarie nel contenere l’inflazione, al fine di sostenere la crescita economica, mantengono elevati i livelli di volatilità presenti sui mercati. I mercati azionari e obbligazionari, infatti, registrano un aumento delle oscillazioni delle quotazioni determinate dalla continua riallocazione delle risorse dagli asset rischiosi a quelli “sicuri” e viceversa. Infatti, la maggioranza delle gestioni finanziarie dei fondi pensione italiani si riconferma essere particolarmente neutrale, se non conservativa, rispetto ai benchmark di riferimento.

Fortunatamente il 2021 è stato un anno dalle performance entusiasmanti per quanto riguarda i mercati azionari. L’indice S&P 500 ha, infatti, archiviato l’anno con una crescita del +26,89% e il Nasdaq del +26,63%. Anche le borse dell’Eurozona possono sicuramente brindare alla chiusura dell’anno nonostante le incertezze legate alla variante omicron del virus e al forte aumento dei contagi verificatosi negli ultimi mesi del 2021. I mercati dell’Eurozona hanno chiuso l’anno con rialzi «a doppie cifre»: Piazza Affari, ad esempio, ha conseguito una robusta crescita con una performance YTD del +23%. Molto buono anche l’andamento della borsa francese che chiude l’anno con un +28,85%. Lla borsa tedesca registra  un +15,79% quella UK un +14,3%.

Il mese di dicembre non ha portato, invece, nessun cambiamento per quanto riguarda i mercati obbligazionari. Di fatto le quotazioni dei titoli governativi continuano a scendere a fronte dell’aumento dei premi al rischio e i titoli corporate risentono delle future tensioni della liquidità sui mercati, per cui le performance annuali rimangono poco confortanti. I titoli di debito registrano delle perdite con qualche differenziazione su base geografica: -1,5% per i titoli dell’Eurozona e -2,6% per i titoli USA. I titoli governativi italiani concludono l’anno con una flessione del -3,0%.

Relativamente alle gestioni del Fondo Pensione FONDEMAIN l’andamento positivo dei mercati finanziari si riflette anche sui risultati ottenuti dai tre comparti:

 

DINAMICO. Il comparto registra un rendimento mensile pari al +1,32% superando il benchmark di riferimento dello 0,12%.  Le performance da inizio anno segnano un risultato del +11,05%, mantenendo il distacco positivo dai mercati finanziari di riferimento (+0,51%). Tra tutti sono stati i titoli azionari USA a contribuire maggiormente ai risultati positivi del comparto.

PRUDENTE.  Il comparto Prudente registra un andamento mensile positivo (+0,89%). Il confronto positivo con il benchmark del comparto aumenta al +0,81% e il portafoglio conclude l’anno con una crescita pari al +5,98%. Le performance positive nel mese di dicembre sono state determinate dal contributo della componente azionaria.

GARANTITO. Risulta in crescita anche il patrimonio del comparto Garantito: +0,19% su base mensile e +0,62% su base annua. I dati, seppur contenuti, appaiono soddisfacenti considerate le perdite registrate dai mercati obbligazionari nel 2021.

 

*I rendimenti indicati nei commenti dei singoli comparti rappresentano dati finanziari lordi.

FONDEMAIN C.F. - 91037010070
Fondo pensione complementare per i lavoratori operanti nel territorio della Regione autonoma Valle d’Aosta
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